Super Bowl Commercials: una lunga (e costosa) tradizione pubblicitaria
Il 3 febbraio si è tenuta al Mercedes-Benz Stadium di Atlanta la 53a (LIII) edizione del Super Bowl tra i New England Patriots e i Los Angeles Rams. L’evento è storicamente seguito da milioni di persone, non solo negli Stati Uniti, ed è per questo motivo anche uno strumento pubblicitario unico nel suo genere.
Multinazionali del settore Automotive, Food, Logistica, Telecomunicazioni, hanno speso quest’anno in media 5 milioni di $ per trasmettere i loro 30” di spot sulla CBS. Oltre al costo già impegnativo della trasmissione c’è poi ovviamente il costo della produzione dello spot in sé che fa uso molto spesso di protagonisti importanti: Serena Williams, Jason Bateman, Cardi B, Backstreet Boys, Carrie Bradshaw e il Drugo Jeff Bridges. Gli spot vengono nella maggior parte dei casi realizzati appositamente per la trasmissione durante il match e sui social, il che rende l’operazione estremamente costosa ma anche estremamente esclusiva…
E’ quindi d’obbligo per chi fa il nostro mestiere interrogarsi sull’utilità e sul ritorno di un investimento del genere. E’ quello che ha fatto il neo AD di FCA Mike Manley nel momento in cui ha deciso, dopo 10 anni di onorata presenza di FCA (l’anno scorso addirittura con 5 spot), di non pianificare spot televisivi in occasione della finale della Nfl del 3 febbraio. Manley ha preferito infatti dirottare la sua attenzione su strumenti più innovativi e su una strategia tutta digitale con la diffusione in rete di 7 spot su YouTube, Facebook, Twitter e Instagram.
La decisione è decisamente singolare soprattutto considerando che l’Automotive è senz’altro il settore più presente nella manifestazione, tra i big player di quest’anno troviamo: Audi, Kia, Toyota, Hyundai, Mercedes-Benz, Volvo.
Come quindi giudicare l’assenza di FCA quando (quasi) tutti gli altri sono presenti? A mio avviso la decisione si inserisce in un contesto più ampio, quello del graduale spostamento da forme di marketing più tradizionale (tv, radio, affissioni) a forme di marketing digitale (Google, social). In generale, è un fenomeno a cui stiamo assistendo da diversi anni e per tutta una serie di ragioni: la pubblicità su web è infatti più mirata, più “giovane” e soprattutto meno costosa (almeno nella maggior parte dei casi). E’ però altrettanto vero che molti big del web (Amazon, Groupon, Trivago) sconfinano sempre di più dall’online a favore di forme pubblicitarie più tradizionali (cartellonistica, tv).
In definitiva, una buona strategia di marketing non deve mai limitarsi a un’unico strumento ma diversificare il più possibile, sia online che offline. In questo specifico caso, in cui (quasi) tutti fanno una cosa, è una decisione coraggiosa inventarsi qualcosa di diverso e un brand come FCA ha senz’altro i mezzi per poterlo fare.
E tu, quali strumenti pubblicitari utilizzi, tradizionali o digitali? Chiedici una valutazione e ti proporremo gli strumenti a nostro avviso più idonei!
CONTATTACI