Internet in “gabbia”? Approvata la direttiva sul copyright dal Parlamento Europeo
Con 348 voti a favore e 274 contrari il Parlamento Europeo ha dato il colpo di grazia alla libertà di Internet. Gli sforzi dei cittadini e degli attivisti, purtroppo, non sono bastati ad evitare che venisse introdotta una macchina della censura preventiva, che filtrerà ogni contenuto caricato online.
Ebbene sì, gli articoli 11 e 13 sono diventati realtà. Nonostante le mobilitazioni dei cittadini (200 mila persone hanno manifestato in diverse città europee), la petizione online che chiedeva la rimozione dei due articoli che ha raggiunto il record di oltre 5 milioni di firme, l’attivismo dei colossi digitali come Wikipedia che ha oscurato completamente il proprio sito web… Beh non sono serviti a niente. Alcuni europarlamentari hanno preferito “zittire” tutti. Un ritorno al fascismo?
Ma vediamo esattamente di cosa si tratta:
- L’articolo 13 prevede che “tutti i siti e le app che permettono l’accesso o la condivisione di materiali protetti dal diritto d’autore — e ne traggono una qualche forma di profitto economico — siano considerati responsabili per eventuali violazioni.“
- L’articolo 11, invece, prevede “il diritto per gli editori di obbligare tutte le aziende che operano su internet a stringere accordi per pubblicare brevi estratti degli articoli e notizie.“
Come attuare queste manovre? Attraverso dei “filtri per gli upload“. Ma cosa sono questi filtri? In sostanza, i giganti aziendali forniranno una lista dei prodotti “ricercati” a cui i filtri devono prestare attenzione e analizzeranno i tuoi caricamenti alla ricerca di qualsiasi segno di violazione. Qualunque cosa che non superi i filtri non può essere vista. E’ come dire che la tua libertà di espressione è diventata soggetta all’approvazione aziendale.
Ma funzioneranno davvero? Lo scopriremo. Quello che rimane è il fatto che Internet e la sua libertà come l’abbiamo sempre conosciuta è morta!